19 aprile 2017
1987, Torino - Chiude i battenti lo zoo del parco Michelotti. E’ la fine della prigionia per gli animali detenuti nella struttura. E’ la vittoria di una battaglia per la giustizia: il diritto di ogni animale a vivere libero nel proprio ambiente naturale.
2017, Torino – A trent’anni di distanza c’è ancora chi, sulle ceneri del vecchio zoo, vuole creare un nuovo penitenziario dove ingabbiare gli animali. Ma niente paura, perché come garantisce Zoom spa, la società privata che si è aggiudicata l’appalto per la riqualificazione del Parco Michelotti, già proprietaria di uno zoo in provincia di Torino, non ci saranno animali catturati o acquistati da mercanti, ma solo quelli che seguono programmi di allevamento e riproduzione in cattività, allo scopo di conservarli dal rischio di estinzione. Niente più gabbie, ma solo comodi recinti dove gli animali selvatici potranno godere di tutti i comfort, tanto che non dovranno neanche scomodarsi per procacciarsi il cibo, liberi di essere in tutto e per tutto dipendenti dai biologi del parco che si occuperanno di loro per tutta la durata della loro vita.
Il progetto proposto da Zoom spa al Comune di Torino prevede la realizzazione di una voliera, di una “fattoria didattica” con animali “domestici” provenienti da tutto il mondo, di una “biosfera” dedicata all'ambiente tropicale e di un “ecosistema del Rio delle Amazzoni” con animali esotici. Tutto questo dovrebbe sorgere su un parco pubblico affiancato da un corso cittadino a grande scorrimento il cui traffico aumenterebbe notevolmente i disagi per i residenti.
Di fronte ad un piano aberrante, avvallato dalla nuova amministrazione comunale, eletta sulla base di un programma che prevedeva un esplicito NO ad ogni forma di detenzione di animali e di privatizzazione degli spazi pubblici, il Comitato No zoo, di cui fa parte l’OIPA, sta organizzando una mobilitazione nazionale che culminerà con la manifestazione “NO AGLI ZOO NO ALLA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICO, A DIFESA DELL’AMBIENTE E DEI BENI COMUNI” che si terrà a Torino il 27 maggio 2017. https://www.eppela.com/it/projects/13186-ritorno-al-passato-zoo-in-centro-a-torino-no-grazie
Nel frattempo, l’OIPA v’invita a unirvi alla protesta del Coordinamento NO ZOO nei confronti della Pubblica Amministrazione della città di Torino, che sotto la minaccia di fantomatiche multe plurimilionarie, che appaiono del tutto inverosimili da un punto di vista legale, smentisce quanto promesso in campagna elettorale.
28/05/15
C’è un luogo a Torino di cui molti cittadini conservano ancora un brutto ricordo. E’ il parco Michelotti, dove dal 1955 al 1987, leoni, tigri, elefanti e tanti altri animali selvatici sono stati rinchiusi, dopo essere stati strappati violentemente dai loro habitat. Il giardino zoologico di Torino, il primo ad aver chiuso i battenti, il 31 marzo del 1987, ha segnato l’inizio di un’epoca, quella della dismissione progressiva degli zoo in Italia.
Un paese che a quanto pare non custodisce la propria memoria, visto che la storia oggi rischia di ripetersi.
Il Comune di Torino, infatti, con un delibera approvata lo scorso 15 maggio, intende riqualificare l’area del Parco Michelotti, un tempo occupata dallo zoo, affidandola in concessione ad un soggetto privato che, aggiudicandosi il bando di gara in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, potrà gestire l’area per trent’anni, privatizzando oltretutto quello che dovrebbe rimanere un parco pubblico fruibile da tutti cittadini.
Per scongiurare il rischio che “il polo permanente pluridisciplinare con finalità ludiche, scientifiche e didattiche” che dovrebbe far rivivere il Parco Michelotti, sia, ancora una volta, un contenitore di animali vivi costretti alla cattività, le associazioni animaliste di Torino, tra cui l’OIPA, si sono riunite in un comitato che, incontrando porta a porta i cittadini torinesi, ha raccolto 700 firme cartacee, oltre a 5.027 firme on line https://www.change.org/p/no-zoo-a-torino
Il 12 maggio 2015 è stata chiesta anche un’audizione presso il Consiglio Comunale, durante la quale il Coordinamento delle associazioni ha illustrato le ragioni del suo dissenso sull’eventualità della riapertura di uno zoo al Parco Michelotti, che oltre ad essere ubicato in una zona molto trafficata della città, si trova a ridosso di una piazza dove, due volte l’anno, vengono organizzati spettacoli con fuochi d'artificio.
Di fronte alla paventata ipotesi di un bioparco, vale la pena ricordare le parole che proferì nel 1955 Arduino Terni, il cacciatore delle “belve feroci” della Molinar, la società che, fino al 1987, avrebbe gestito il giardino zoologico di Torino: “Non posso dirvi nulla per ora dello Zoo di Torino, una cosa è certa: sarà fra i più belli e quasi certamente uno dei più moderni d'Europa. Poche gabbie, molta libertà per gli animali: questo è il nostro motto”. Sarà un caso, ma è lo stesso slogan pubblicitario dei moderni bioparchi.
Cambiano le vesti, mutano i nomi, ma non cambia il messaggio che verrebbe trasmesso alle nuove generazioni: l’animale percepito come oggetto, come forma di intrattenimento per soddisfare le curiosità non dei più piccoli, ma degli adulti che ricavano lauti guadagni nell’ingabbiare gli Altri Animali.
Un messaggio diseducativo, con puri scopi commerciali, che diventa ancora più grave nel momento in cui viene accreditato nelle pratiche quotidiane da enti pubblici, come Comuni e scuole, diventando così istituzionale e, quindi, socialmente accettabile.
Per scongiurare la riapertura di un nuovo “penitenziario” per animali selvatici e la privatizzazione di un parco pubblico, l’OIPA v’invita a unirvi alla protesta del Coordinamento NO ZOO nei confronti della Pubblica Amministrazione della città di Torino. Coordinamento NO ZOO (OIPA, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, LIDA, ProNatura Torino, SOS Gaia, Ecopolis, Molecola - Circolo Legambiente Torino, Le Sfigatte, "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori" - Comitato di Torino, Associazione META).
Mercoledì 17 giugno a Torino si è tenuta una conferenza stampa per la presentazione delle iniziative organizzate dal Coordinamento No Zoo, al fine di scongiurare la riapertura di un luogo di prigionia per animali e la privatizzazione del Parco Michelotti.
Video a cura di SOS Gaia -
Interviste: Elena Cicalé -
Riprese e montaggio: Maurizio Maggiore