08/04/16
La stagione venatoria è finita e i cacciatori sono in panciolle. Che fare allora per garantire un po’ di sollazzo ad un manipolo di disperati, che seppure in minoranza, fruttano pacchetti di voti sempre utili? Regalargli il gioco della caccia alla volpe. La Provincia di Teramo è corsa subito a comprarglielo, con tanto di foglietti illustrativo, la delibera n. 92 del 10 marzo 2016. Se non si trattasse di una partita feroce e crudele, dove vincitori e vinti sono già noti, potreste trascorrere un'oretta d'ilarità leggendo le regole del passatempo elargito ai cacciatori. Specie animale notoriamente “pericolosissima” per ignari cittadini a rischio di contrarre rogna e rabbia allorquando si trovassero un esemplare sotto l'uscio di casa, quando torna nel bosco la volpe si camuffa, diventando un’esperta scippatrice.
Il suo bottino? Lepri e fagiani, la stessa fauna selvatica saccheggiata dai cacciatori e introdotta appositamente nelle aree faunistiche a scopo venatorio. La Provincia paga per fornire cibo alle volpi per poi massacrarle quando sono in sovrannumero. Inspiegabilmente, la volpe è una specie animale che diventa da contenere proprio all’inizio della fase riproduttiva. A dircelo, però, non sono degli esperti, ma gli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), enti non propriamente al di sopra delle parti e i cui dati raccolti non vengono verificati. A tutela di quello che i geniali creativi della Provincia di Teramo chiamano “la biodiversità e il legame cacciatore-territorio propedeutico all'equilibrio faunistico” si smantellano anche i pareri negativi dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) dando il via alla così detta “caccia sostenibile”.
Mamme e cuccioli stanati con la crudele tecnica della caccia in tana, della “girata”, metodo usato solo per i cinghiali, dell'aspetto notturno e, giusto per aggiungere un altro diversivo al gioco, del trappolaggio, tutti mezzi di sterminio studiati ad hoc, che dovrebbero mirare solo alla “specie bersaglio”, minimizzando gli effetti collaterali sulle altre “specie non-target”. Un piano triennale, quello della Provincia di Teramo, perfetto per aggirare anche i metodi ecologici e incruenti previsti dalla legge 157/92.
V’invitiamo allora ad unirvi all’appello di protesta lanciato dall’OIPA per chiedere al Presidente della Provincia di Teramo il ritiro immediato di una delibera, che se non fosse ridicola per la veste in cui si presenta, è drammatica e spaventosa, poiché rappresenta un piano di sterminio ingiustificato di esseri innocenti. Una strage che è già iniziata e che non risparmierà neanche i cuccioli e le mamme in fase riproduttiva, stanati e sbranati dai cani, mettendo a rischio tutta la fauna selvatica “non-target” (caprioli, tassi, lepri ecc.), spaventati dagli spari dei cacciatori proprio nella delicata fase riproduttiva.